Anticipazioni: profezie by H.G. Wells

Anticipazioni: profezie by H.G. Wells

autore:H.G. Wells [Wells, H.G.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bauer
pubblicato: 1905-04-14T23:00:00+00:00


La guerra nel secolo XX.

Studiando le future condizioni della guerra, riesce difficile concretare il punto di partenza. Possiamo tuttavia appoggiarci sui dati principali che stabilimmo, e poichè determinammo già alcunchè della natura dello Stato futuro, e la forza della sua tendenza bellicosa, proseguiremo a speculare sul modo con cui il vasto e quadruplice organismo guiderà i combattenti, con mezzi così difettosi, oppure potremo anche trascurare per un momento questo lato del problema, e, curandoci sopratutto delle risorse sempre più potenti che le scienze fisiche offrono al soldato, tentare di farci un'idea d'una guerra teoricamente completa, esaminare poi la costituzione dello Stato che avrà probabilmente il vantaggio nella lotta, e giungere così alle condizioni sotto le quali i governi attuali si dibatteranno confusamente gli uni contro gli altri per sopravvivere. Seguiremo appunto quest'ultimo metodo e innanzi tutto considereremo la guerra di per sè stessa, con un esercito modello, forte, e così utilizzabile, come lo può creare una preparazione ideale in uno Stato perfettamente organizzato per il caso di guerra.

In tal modo metteremo facilmente a portata della nostra imaginazione l'esperienza traverso cui dovrà passare il corpo sociale moderno, trascinato, suo malgrado, verso quella crisi efficace, imperiosa, ed inevitabile.

Le modificazioni che si producono nelle condizioni della guerra sono uguali a quelle che avvengono nella sostanza del corpo sociale. Ora la trasformazione essenziale nell'edificio sociale è, come vedemmo, il sostituirsi progressivo di un meccanismo attivamente organizzato all'antica base di lavoro, e la scomparsa effettiva della separazione altra volta importante e necessaria fra il nobile e il plebeo. Nella guerra la scomparsa si effettuò nello stesso tempo in cui le macchine rimpiazzarono il soldato e il cavallo – i quali erano gli ordigni viventi ed unici del passato, – e si effettuò con la soppressione degli antichi gradi distintivi fra i capi, che caracollavano, con grave pericolo, in mezzo ai pittoreschi incidenti della battaglia, mentre la moltitudine dei subalterni acclamava, caricava, si ammucchiava nei fossati, e veniva drammaticamente massacrata in massa. La guerra del passato era fatta di marce e di contromarce interminabili; dell'enormi fatiche di una campagna, ma anche di momenti conclusivi ed eroici. I lunghi soggiorni negli accampamenti, accompagnati generalmente da qualche epidemia, le marce forzate e poi la ritirata, la mancanza di approvvigionamenti, di viveri, e di foraggi, venivano a risolversi, in fin dei conti, in un'ora o due di combattimento. La battaglia era sempre un combattimento tumultuoso, una lotta corpo a corpo; si slanciavano gli uomini l'uno contro l'altro, in vaste masse sovraeccitate, come macchine di guerra viventi, con le picche o le baionette abbassate; poi uno dei belligeranti cessava di combattere e l'affare era deciso. Le forze vinte si ritiravano più o meno in buon ordine: i vincitori si ricomponevano per incominciare l'inseguimento, e la cavalleria, con nude le sciabole, completava la vittoria. Nelle fasi più recenti dell'antica tattica raffiche di fucileria coadiuvarono lo slancio dei reggimenti attaccanti e, finalmente, si adoperarono i cannoni per rompere le linee compatte dell'avversario. Così si « dava battaglia», si sbaragliavano le forze avversarie



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